Premessa: io volevo intitolare questo post “Bagaglio a nano”, ma mi è stato impedito dalla mia dignità, che ha minacciato di andarsene una volta per tutte sbattendo la porta.

Ogni volta che mi capita di partire, che sia in treno, in pullman, in macchina o in aereo, i miei compagni di viaggio mi fanno notare con un pizzico di rimprovero che “ho una valigia/borsa/zaino più grande di me”. Grazie, con una statura di 98 cm ci vuole davvero poco a essere grandi come il proprio bagaglio: pensate di essere simpatici?

Per avere una valigia proporzionata a me dovrei avere una ventiquattrore, non importa se è per un soggiorno di due settimane alle Svalbard. Non importa se gli oggetti d’uso quotidiano hanno la stessa dimensione per i nani e per i normoalti; certo, magari posso mettere qualche maglietta in più dato che i miei vestiti sono più piccoli e non ho altre scarpe oltre a quelle che indosso, ma il phon da viaggio, il bagnoschiuma e la crema solare – tre banalissimi esempi – sono uguali per tutti (anche se io ci tengo particolarmente a travasare i miei cosmetici in boccette salvaspazio). Vi svelo il segreto di Pulcinella: la grandezza del bagaglio di una donna alta meno di un metro NON È direttamente proporzionale alla sua statura. Anzi, vi dirò di più: molto spesso è addirittura inversamente proporzionale. Volete sapere perché?

nana valigia azzurra

Io e il mio trolley da Puffetta (ph. Francesca Parisi)

La risposta è molto semplice. Sono una donna di bassissima statura che vive in un mondo progettato per persone molto più alte; ergo, per sopravvivere in questo mondo alto (e, se si tratta di un viaggio, in un posto che non ha il comfort di casa mia) devo essere pronta ad ogni evenienza, portandomi dietro ciò che può COMPENSARE le mancanze. Sì, sto parlando di sgabelli e bastoni vari, per raggiungere ciò a cui non arrivo. Per darvi un’idea, vi apro letteralmente la mia valigia: la vedrete con gli occhi di una guardia aeroportuale seduta al monitor di controllo del nastro bagagli.

Le domande

Prima di ogni partenza, che sia un viaggio in aereo oppure un pigiama party a casa di un’amica che abita a dieci minuti da me, mi faccio delle domande (e mi do anche delle risposte!) e compio una serie di valutazioni:

  1. Vado in un posto che conosco e di cui so già le mancanze? Ottimo, posso portare solo ciò che serve davvero e ottimizzare la grandezza del bagaglio.
  2. Sono con persone che potrebbero, eventualmente, venirmi in aiuto in situazioni anche intime (il bagno, la doccia)? Perfetto, non devo preoccuparmi eccessivamente se il luogo in cui andrò non sarà comodo come il bagno di casa mia, anche se questo va a discapito della mia privacy.
  3. È più importante che io sia completamente autonoma o che la mia valigia sia contenuta?

Già, perché molto spesso, specialmente per i trasferimenti in aereo con solo bagaglio a mano, bisogna fare una dolorosa scelta tra autonomia e essenzialità degli effetti personali.

Il set da viaggio…

Una volta che ho risposto a queste domande, decido se portarmi dietro il “M’arrangio-da-sola starter pack” al completo, oppure solo alcuni degli elementi di cui è composto, in varie combinazioni. Nel primo caso, possibile solo quando viaggio con la valigia davvero grande o in macchina (tanto finisce tutto sui sedili posteriori), trovereste:

  • Il fenomenale sgabello Försiktig di IKEA, di plastica leggera e alto 13 cm. È comodo per arrivare al water da sola – al lavandino un po’ meno -, è impilabile e per la modica cifra di € 3,99 se ne possono comprare molti e regalarli a tutte le realtà che frequentiamo abitualmente (io ad esempio ne tenevo uno al lavoro). Essendo cavo, può essere riposto in valigia o in uno zaino capiente facendo da contenitore ai vestiti, al phon da viaggio, alle ciabatte da doccia o a quegli oggetti che hanno bisogno di viaggiare ben protetti dagli urti. È acquistabile anche su Amazon!
  • Lo sgabello di plastica pieghevole. Ormai se ne trovano un po’ ovunque, nei negozi di casalinghi o di bricolage, o in quella miniera inesauribile che è internet. È più alto dello sgabellino IKEA, è più pesante ma più stabile: mi serve per arrivare al lavandino (quando non c’è il bidet) o per entrare in vasca, ma soprattutto per sedermici quando mi devo asciugare e vestire. Anche lui si infila comodamente in valigia perché una volta chiuso è molto sottile, ma attenzione al peso se si tratta di un bagaglio che va in aereo!
    sgabelli Ikea

    Lo sgabellino Forsiktig di IKEA e lo sgabello di plastica pieghevole

    sgabelli plastica valigia

    I due sgabelli da valigia in versione salva-spazio

  • Le ciabatte da doccia in plastica, adatte in qualsiasi situazione in cui è prevista dell’acqua (mare, piscina, terme). Ovviamente non dovete pensare che siano delle Hawaianas piatte che vanno ad occupare gli angoli morti della valigia: no, sono costruite apposta per il mio piede, sono ingombranti e rigide, e il massimo che si possa fare per recuperare spazio è riempirle con i calzini puliti (o sporchi, al ritorno).
  • Le ciabatte “da casa” (sono quelle verdi che indosso nella prima foto). Anche queste sono costruite sul mio piede, ma hanno la tomaia in pelle morbida e adattabile; le uso per stare in casa, appunto, nella stanza d’hotel o per brevi tragitti, ad esempio, in spa o in piscina (ma solo se non si bagnano): non sono indispensabili, ma per me sono un lusso che mi permette di abbandonare le pesanti scarpe che porto abitualmente.
  • La spugna col manico. Davvero irrinunciabile, mi permette di lavarmi da sola e raggiungere le zone corporee in cui non arrivo con le mie braccine corte (ad esempio per fare il bidet). Lei la porto sempre con me, anche quando devo rinunciare al resto.
    sgabello ciabatte spugna col manico

    Lo sgabellino IKEA, le ciabatte da doccia in plastica e la spugna col manico

  • Il calzascarpe Omsorg di IKEA. Non mi serve per infilare le scarpe, bensì, con la sua provvidenziale estremità ricurva e gommata, per arrivare agli interruttori, al rubinetto della doccia, alle maniglie di porte e finestre. Costa meno di un caffè, ma data la sua lunghezza (60 cm) mi ci sta solo nella valigia grande.
  • Il bastoncino da trekking di Quechua, comprato da Decathlon a € 9,99.  Ovviamente, nemmeno questo mi serve per la funzione per cui è stato progettato (vi pare che vada a fare trekking?!), ma è la versione “da esterno” e più dignitosa del calzascarpe: è lungo 61 cm cm ma è telescopico, lo uso principalmente per pigiare i pulsanti degli ascensori e gli sciacquoni nei bagni pubblici (a volte uso l’ombrello chiuso con la stessa funzione). È utilissimo, ne tengo uno in macchina di default, e due per ogni altra evenienza; anche lui entra solo nelle valige grandi.
    sgabelli bastoni autonomia

    Il set completo per l’autonomia in viaggio, comprensivo di sgabelli, spugna col manico, ciabatte da doccia e bastoni per raggiungere le cose lontane

A questi oggetti must have bisogna, chiaramente, aggiungere tutto il resto: vestiti, biancheria, beauty case, caricabatterie, telo mare, trucchi, libro… Sono pur sempre una donna e la mia attitudine è quella di portarmi via la casa intera.

…e la borsetta di tutti i giorni

Ora avete capito perché la mia valigia non può essere proporzionata a me. Una situazione analoga, anche se in misura minore, si verifica anche con la mia borsetta di tutti i giorni: perché sembra riempita di sassi anche se è minuscola? Perché allo stesso modo devo trovarmi pronta di fronte agli ostacoli più banali che si frappongono tra me e la mia autonomia quotidiana.

Faccio la pipì in un bagno pubblico (magari “accessibile”) ma poi manca la carta igienica e il lavandino per lavarmi le mani è troppo alto? Bene, devo avere con me i fazzoletti di carta e il detergente mani. Non riesco, con la mia manualità fallace, ad aprirmi un sacchetto di patatine? Bene, devo avere una forbicina sempre con me.

Cose di questo tipo, insomma. Non importa se poi devo comunque chiedere a qualche buon’anima di stare davanti alla porta del bagno perché il chiavistello è troppo alto, o di inserirmi le monetine nella macchinetta delle merendine per lo stesso motivo. Non importa, non si può pretendere tutto!

O forse sì.