Pochi giorni fa mi è capitato di tornare al Ma, il Museo Africano di Verona. Avete capito bene: per chi non lo sapesse, Verona – la mia città – ha anche un museo etnografico interamente dedicato all’Africa, uno degli unici due esistenti in Italia (l’altro è a Bergamo).

nana museo

L’insegna all’ingresso: senza farlo apposta, il mio outfit ha gli stessi colori del museo

Avrete capito che frequentare i musei è un po’ il mio pane quotidiano e sono contenta di dedicare un post a questa realtà troppo poco conosciuta (dagli stessi veronesi!) ma davvero all’avanguardia. I pezzi esposti – più di valore antropologico che storico o materiale – provengono dai viaggi dei Missionari Comboniani, iniziati alla fine dell’Ottocento: pensate che il Museo di Verona esiste già dal 1938!

Rari sono i turisti che capitano in questo luogo (siamo vicini al centro città, ma in posizione isolata e collinare) e gli abitanti di Verona si dividono sostanzialmente in due categorie: quelli che conoscono vagamente l’esistenza del Museo africano ma che non ci sono mai stati e non sanno nemmeno collocarlo geograficamente, e quelli – per lo più della mia età – che ci sono stati ai tempi della scuola, del catechismo ecc. Esattamente come me. Difatti il target privilegiato dell’istituzione sono le scolaresche di ogni ordine e grado, per le quali sono previste moltissime proposte di laboratori didattici. Il momento migliore per visitare il museo evitando le schiere di bambini vocianti è, appunto come ho fatto io, l’inizio di settembre, quando la scuola deve ancora riprendere e i campi estivi sono già finiti.

museo africano logo

Il video introduttivo: il logo del Ma campeggia ovunque

Scordatevi le collezioni impolverate dei musei di storia naturale di stampo ottocentesco! Il Ma è stato completamente rinnovato nel 2014, con un allestimento di grande impatto scenografico: si è data molta attenzione alla multimedialità, con un totem interattivo e diversi filmati riproducibili dall’utente tramite un tasto sul muro. Il nuovo logo del museo è davvero semplice e geniale e, come ogni buon brand che si rispetti, campeggia ovunque a rafforzare l’immagine del museo, a partire dal muro d’ingresso fino alle schermate principali dei monitor per la riproduzione dei video didattici.

Il percorso di visita non è molto lungo, ma è denso di oggetti esposti e di occasioni interattive: le sezioni espositive sono sette, identificate dai diversi colori delle decorazioni sui muri. E così troviamo i rituali legati ai diversi momenti del ciclo della vita, la cultura materiale della vita quotidiana, le maschere, gli strumenti musicali, le diverse religioni africane (non solo animiste: ricordiamoci della Chiesa Copta e dell’Islam!) e una piccolissima sezione sulle missioni di San Daniele Comboni; la zona centrale dello spazio museale è allestita in modo da ricordare un tucul, la capanna tradizionale. Carinissima è l’idea di fornire all’ingresso degli sgabelli da portarsi in giro per sedersi quando si vuole.

Non manca infine un bookshop ben fornito, con libri e oggetti d’artigianato provenienti direttamente dal continente africano: io mi sono innamorata delle stoffe coloratissime!

Apro una parentesi, com’è giusto che sia, sull’accessibilità del museo: l’ingresso è raggiungibile tramite una rampa (anche se ripidina) e le sale sono completamente in piano, senza dislivelli; le vetrine e gli oggetti esposti sono ben visibili anche da una persona seduta in carrozzina. Tuttavia, essendo la maggior parte dei visitatori bambini, in fase di allestimento si sono posizionati i pulsanti per la riproduzione dei video molto in alto, al di fuori della loro (e della mia) portata; la stessa cosa vale per il totem interattivo nella prima sala. Ricordiamoci poi che non esistono solo le disabilità fisiche, ma anche la cecità e la sordità: sebbene molti oggetti possano essere toccati, lo stesso totem è solo touchscreen e non ha il sintetizzatore vocale, e i video parlati non sono forniti di sottotitoli.

Lo staff del Museo Africano, giovane, dinamico e sempre a disposizione per qualsiasi richiesta, si è già reso conto della necessità di questi adattamenti e si sta attivando per abbattere le ultime barriere fisiche e sensoriali. Insomma, la buona intenzione c’è e noi aspettiamo di avere un museo – oltre che bellissimo – finalmente fruibile da tutti!

 

Il Ma-Museo africano si trova in:

Vicolo Pozzo 1, 37129 Verona
Tel. +39 045/8092199-100
info@museoafricano.org

 

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