Ma i Sette Nani cucinavano? Ah già, ci pensava Biancaneve. D’altronde come avrebbero fatto ad arrivare ai fornelli?

E una persona alta un metro come fa a destreggiarsi tra le pentole, scolare la pasta, bruciare la frittata e incrostare la padella? Salendo sulla sedia, direte voi; ma è un po’ limitante. Nella vita quotidiana, l’accesso alla cucina può essere un serio problema.

Ho pensato che portare la mia esperienza di piccola (per davvero) chef alle prese con la sopravvivenza culinaria possa giovare a qualcuno: a chi ha problemi di mobilità, a chi ha paura di scottarsi con la fiamma o rovesciare l’acqua bollente, a chi è semplicemente pigro e cerca dei suggerimenti per ottenere la massima resa con il minimo sforzo psicofisico.

Dopo avervi aperto il mio armadio e la mia valigia, vi apro le porte della mia cucina a misura di nano.

Indipendenza culinaria

Ho iniziato molto tardi nella mia vita a cucinare: non che adesso io faccia piatti da gran gourmet, ma ho imparato a “farmi da mangiare” decorosamente. Sono partita da un’esigenza e da un limite: l’esigenza di non far dipendere il mio stomaco da nessuno, soprattutto negli anni a venire; il limite di vivere ancora in casa con i miei genitori e avere una solida cucina degli anni ’80, che nessuno di noi pensava di sostituire.

Mini cucina personalizzata

La mini cucina assemblata alla mia altezza

Ma non si può salire sulla sedia per sempre. Durante il primo periodo l’ho fatto, per prendere confidenza con i fuochi del fornello, ma era limitante (ogni volta che mi serviva prendere qualcosa dovevo scendere dalla sedia, spostarla e risalire) e avevo troppa paura di scottarmi e/o cadere. Certo, avrei potuto usare una “torre di apprendimento Montessori” (sui mobili montessoriani ho intenzione di scrivere un articolo più avanti), più sicura rispetto alla sedia, che però non avrebbe sveltito le operazioni.

Ma se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto. E così il fornello è venuto da me.

Benvenuti nella mia mini cucina

Una cucina deve avere necessariamente un fornello e un lavandino, non ci si scappa; il forno invece è secondario, anche se utile.

Scaletta per raggiungere il lavandino della cucina

La scaletta che mi permette di raggiungere il lavandino della cucina

Quando stavo progettando la mia nuova postazione culinaria senza sconvolgere la cucina esistente, ho capito che il lavandino sarebbe stata l’unica cosa da lasciare lì dov’era: un bel problema, ma che ho attenuato procurandomi la scaletta a due gradini Molger di Ikea e riempiendo bottiglie o caraffe d’acqua prima di iniziare a cucinare, da tenere poi a portata di mano. Il rubinetto della mia cucina ha anche un altro problemino: il miscelatore è abbastanza corto e nonostante la scaletta non ci arrivo ad aprire l’acqua corrente da sola. Così, un amico di famiglia – da vero MacGyver – mi ha fabbricato una prolunga rimovibile super artigianale, usando un tubo d’alluminio, una fascetta di plastica e del nastro isolante.

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Prolunga artigianale per aprire il rubinetto

La “prolunga” artigianale per il miscelatore del rubinetto

La questione piano cottura è stata incredibilmente più facile da risolvere: esistono i fornelli elettrici portatili o, come ho scelto io, le piastre a induzione. La mia ha un solo “fuoco” di cottura (si può cucinare una cosa per volta), ma ciò che apprezzo di più è il fatto che il piano sia completamente liscio, evitando così di posizionare le pentole in modo sbagliato con il rischio che si rovescino. Poi non ha fiamme libere, cosa che mi spaventava moltissimo all’inizio della mia carriera di cuoca, e può essere posizionata e trasportata ovunque ci sia una presa della corrente.

Piastra a induzione

La piastra a induzione per la cottura dei cibi

I “mobili” della cucina alla mia altezza sono composti da un’armatura metallica per librerie, con ripiani in impiallacciato, e da alcuni “cubi” di legno grezzo, con ante o cassetti. Tutto rigorosamente fai da te e personalizzabile.

Oltre ad usare il forno di mammà (per fortuna non è di quelli a colonna) e il frigorifero già esistente (uso i ripiani più bassi), ho accessoriato la mia mini cucina anche con il forno a microonde e la macchina del caffè. Non tutti saranno d’accordo con l’uso del microonde (c’è chi dice che fa male e chi no; io dico “benedetto chi l’ha inventato!”), ma quando si ha a disposizione un solo fuoco per la cottura, il micro può tornare utile per riscaldare le verdure cucinate la sera prima e che faranno da contorno alla spinacina che sta friggendo in padella: aiuta ad ottimizzare i tempi, insomma, ed evita che la pietanza cotta per prima si raffreddi.

Sulla macchinetta del caffè a capsule non sarei d’accordo nemmeno io, produce un sacco di rifiuti e un caffè costa molto di più che farselo con la caffettiera. Ma il procedimento sarebbe troppo laborioso per me e so che per pigrizia finirei per lasciar stare: però non voglio rinunciare a uno o due espresso nella giornata, quindi il mio compromesso è stato adeguarmi a pigiare un tasto e avere la nera bevanda già pronta nella tazzina.

Butta la pasta!

Cucinare a un metro d’altezza, con le braccia corte e una manualità un po’ manchevole (volgarmente detta “mani di ricotta”), significa, appunto, fare dei compromessi. Significa rinunciare a fare il risotto e optare per una pastasciutta, significa preferire l’olio al burro, i carciofi surgelati a quelli freschi da pulire, l’aglio in polvere a quello fresco da pelare e tagliare, e i legumi in brick di cartone piuttosto che nella scatola di latta… Perché? Perché tutto ciò che comporta spostamenti di pentole, travasi di liquidi bollenti, uso di coltelli, scartamenti di pacchetti (come quello del burro), apertura di scatolette taglienti, può rivelarsi pericoloso o rallentare inutilmente le operazioni, facendo in modo che la preparazione di un pranzo veloce occupi tutto il pomeriggio (o si trasformi in una gita al reparto grandi ustionati).

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Chiaramente sono tutti compromessi che farebbero inorridire un vero chef, ma senza di loro verrebbe gravemente compromessa l’autonomia. Ergo, tutte le “diavolerie” che semplificano le cose in cucina sono le benvenute (avete mai provato il cuocifrittata da microonde?): non vi dico quanta passione ho per i negozi di casalinghi… ogni volta vorrei comprare tutto!

Gli indispensabili

Nella mia breve carriera di mini chef ho capito che gli utensili davvero indispensabili per me sono molto pochi, e anche abbastanza stupidi.

  • Un versatile coltello di lunghezza media, con l’impugnatura comoda e antiscivolo (ci tengo a tenere il mio sangue tutto per me); per tagliare le verdure, a strisce/cubetti/julienne, tornano estremamente comode le serie di lame e lamette varie.
  • Un altrettanto versatile paio di forbici, per aprire sacchetti, tagliare beccucci di brick, sminuzzare erbette o verdure.
  • Il mestolo scolapasta (o in alternativa il cestino scolapasta, da inserire direttamente dentro la pentola): che invenzione geniale! Permette di “raccogliere” la pastasciutta dall’acqua bollente, senza muovere la pentola per svuotarla nello scolapasta; così si può lasciare la pentola a raffreddare, per versare l’acqua nel lavandino in un secondo momento. Si può usare anche per lessare le verdure, ad esempio.
    Mestolo scolapasta

    Il mestolo scolapasta è indispensabile per cuocere la pastasciutta in sicurezza

  • Le presine di gomma antiscivolo, utilizzabili per impugnare i manici di pentole e padelle, ma anche e soprattutto per aprire i barattoli con la forza di Hulk.
  • I coperchi di lattice per le pentole, invece di quelli di metallo: sono leggerissimi e io li uso anche per tenere in caldo nel piatto la pietanza appena cucinata, mentre ne sto cucinando un’altra (ricordate che posso cuocere una cosa alla volta?).
    Coperchio di lattice e presina antiscivolo

    Coperchio di lattice e presina antiscivolo

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    Il coperchio di lattice è sottile e leggero

  • Il cuociriso da microonde: è un vero must, per me che sono ghiotta di cereali e granaglie varie che nemmeno un animale da cortile (riso, farro, orzo, quinoa, bulgur…). Il cuociriso è un contenitore chiuso in cui vengono inseriti cereali e acqua – con aggiunta di sale o dado – in dosi specifiche, si infila in microonde e si fa cuocere dai 5 ai 30 minuti a seconda del tipo di contenuto: l’acqua si consuma e il cereale è pronto per essere condito e mangiato (ma attenzione al vapore bollente quando si toglie il coperchio!). Di questa diavoleria bella esiste anche la versione per la pasta.Cuociriso
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    Il cuociriso

  • Contenitori tipo Tupperware, per conservare in frigorifero i cibi già cucinati e riscaldarli in microonde: perché uno dei segreti ottimizzazione è avere quasi sempre già qualcosa di pronto!

Tutto a portata di mano

Per ottimizzare tempi e operazioni (sinceramente non mi va di passare tutta la giornata ai fornelli) bisogna avere tutto a portata di mano. Nel mio caso, soprattutto, la semplice disattenzione di un coinquilino che ripone la pentola fonda in alto, nel pensile della cucina, fa la differenza tra mangiare la pastasciutta o accontentarsi di qualcos’altro. Di conseguenza, la mia mini cucina è un “riassunto” della cucina di casa, che assolve pienamente la sua funzione quando i miei genitori non ci sono e la mia sopravvivenza dipende solo da me (o al limite da JustEat); oltre all’attrezzatura esposta sopra, infatti, i cubi di legno contengono utensili soltanto miei per evitare che vengano riposti in luoghi inaccessibili:

  • caraffa per l’acqua
  • pentole e padelle piccole, con impugnature comode
  • mestoli e palette
  • imbuto per travasi
  • colino
  • asciugapiatti e presine
  • sottopentola
  • tagliere
  • 2 piatti fondi + 2 piatti piani
  • 2 bicchieri, 2 tazzine, 2 tazze
  • posate
  • ciotole e ciotoline
  • olio e sale
  • spezie (di cui faccio ampio uso)
  • rotolo di carta da cucina
  • pellicola trasparente
  • sapone per le mani
  • detersivo per i piatti e spugnetta
    Utensili da cucina

    Sì, mi piace il verde

Buon appetito!

Sappiate che se vi inviterò a cena da me non potrete portare il vostro partner, ma potrete venire solo uno alla volta. Esagero, ma neanche troppo: avendo movimenti limitati, posso cucinare solo in pentole piccole, quindi per due, tre persone al massimo (e di medio appetito).

Pasta al pomodoro

Buon appetito!

Non abitando da sola, mi capita raramente di essere io a cucinare e per questo non ho ancora sperimentato tutto il vasto campionario degli utensili da cucina e delle diavolerie che potrebbero semplificare le mie operazioni di cuoca… infatti sono molto curiosa: qual è secondo voi l’attrezzo culinario di cui proprio non potete fare a meno?

Nanabianca vestita da chef

Un mestolo da vera “stella”

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