Uno non è neanche libero di passeggiare per Brescia sulla propria carrozzina, passare davanti al Capitolium – con quella gradinata ripida – e dare per scontato di poterlo solo guardare da lontano, come sempre. E invece non va sempre così, qualche volta si può rimanere delusi!

Nanabianca davanti al Capitolium di Brescia

Il Capitolium di Brescia visto da Via Musei

“Sito archeologico” non fa sempre rima con “barriere architettoniche”, mettiamocelo in testa. Dal 2015, lo splendido monumento romano è completamente accessibile alle persone con disabilità motoria: fuori dentro sopra e sotto. Io trovo che sia una notizia sensazionale! Talmente sensazionale che sul sito del sito (ahah) non è comunicato da nessuna parte.

Voglio dire… se io fossi nella Fondazione Brescia Musei, che si occupa di quattro poli museali della città, per questa cosa me la tirerei tantissimo e ci terrei che venisse scritto a CARATTERI CUBITALI OVUNQUE! E invece no.

Pazienza, meno male che il passaparola è ancora un potente mezzo di comunicazione e, ben prima di arrivare a Brescia a trovare la mia amica Samantha Schloss – stilista dai capelli color unicorno e attivista bodypositive -, sapevo già a cosa sarei andata incontro.

Nanabianca e Samantha Schloss

Samantha Schloss, la mia amica dai capelli color unicorno

Un monumento di età romana

In età romana Brescia (Brixia) era una delle città più importanti dell’Italia Settentrionale. L’antico decumano massimo è ricalcato oggi da Via dei Musei, che come dice il nome ospita le migliori birrerie della città. Dai scherzo, è la via in cui si trova anche il famoso, grande e bellissimo Museo di Santa Giulia (il suo sito internet lascia molto a desiderare, ma io ve lo linko lo stesso).

Qui si era nel luogo più mainstream di Brixia: lungo Via dei Musei spiccano le rovine del Capitolium appunto (73 d.C.), del Teatro (I-III sec. d.C.) e del Foro (I sec. d.C.). Ma sotto le costruzioni più recenti ci sono ancora i resti archeologici della basilica romana, delle terme e, proprio in corrispondenza del Tempio Capitolino, un santuario di età repubblicana (I sec. a.C.).

Come succede nel corso naturale della storia, durante i secoli tutti questi luoghi un tempo vivi e importanti furono abbandonati, progressivamente interrati e inglobati nella nuova vita cittadina. Solo durante l’Ottocento, periodo di grandi scavi e recuperi delle vestigia antiche delle città italiane, le rovine di Via dei Musei sono state riportate completamente alla luce.

I lavori di restauro e riallestimento per la fruizione del pubblico del Capitolium, del Tempio repubblicano e del Teatro – di cui non parlerò -, sono durati complessivamente dal 1998 al 2015.

Colonnato del Capitolium di Brescia

Il pronao del Capitolium: la presenza di materiali di colori diversi è dovuta alla ricostruzione novecentesca

Perché il colonnato del Capitolium è di due colori?

La primissima domanda che mi è saltata alla mente la prima volta che sono passata davanti al Capitolium, tanti anni fa, è stata: perché le colonne del pronao e il frontone sono un po’ bianchi e un po’ rossi? Avevano sbagliato le ordinazioni dei materiali? Era finita la pietra bianca? I muratori erano daltonici?

La domanda era stata subito accantonata perché in qualche modo ero abbastanza sicura sulla risposta, poi rivelatasi corretta: le parti in pietra bianca sono quelle originali, trovate durante gli scavi archeologici; mentre quelle in mattoni rossi sono state ricostruite tra il 1938 e il 1945, per poter innalzare parte del tempio e mostrare come doveva essere.

Oggi probabilmente non si farebbe più un “restauro” così invasivo, ma l’intervento è stato fatto talmente tanti anni fa e in un momento particolare della storia italiana, che ormai si è storicizzato ed è diventato parte del monumento a tutti gli effetti: credo che nessuno abbia mai pensato davvero di smantellarlo.

Il percorso di visita accessibile

COMUNQUE! Torniamo al focus di questo articolo: il percorso di visita accessibile del Capitolium.

Colonna del Capitolium di Brescia

Una delle basi di colonna superstiti

Dato che il monumento si sviluppa su vari livelli, è stato necessario installare un ascensore, delle rampe e un montacarichi molto particolare.

L’esterno

Alla zona antistante al Tempio, ma dentro al cancello, si può accedere liberamente anche senza biglietto (infatti è un luogo molto amato dalle fashion blogger per farsi le foto). Da lì si può decidere se continuare la visita proseguendo verso la biglietteria, o se si è a posto così.

La biglietteria

Io non ero a posto così, quel giorno ero andata lì apposta per farmi il percorso completo. La biglietteria e il bookshop si trovano a una quota rialzata, vicino ai servizi igienici, tutti raggiungibili tramite l’ascensore (o scale, ovviamente) ospitato nel parallelepipedo grigio alla sinistra dell’ingresso. Per qualsiasi informazione c’è sempre un omino presente (omino o donnina, mi piace chiamarli così).

Il Santuario repubblicano 

Una volta preso il biglietto, si deve scendere nei meandri della terra per raggiungere ciò che resta del Santuario di età repubblicana, precedente al Tempio del Capitolium che vediamo oggi.

Bisogna riprendere l’ascensore e premere il pulsante “sottoterra“, accolti da un addetto che vi apre la porta: per ragioni ambientali e di sicurezza, l’accesso è controllato. Qui si deve sostare qualche minuto in una sala di compensazione per stabilizzare il microclima dell’area archeologica del Santuario, delicata per la presenza di affreschi. Il tempo di attesa passa in fretta grazie alla proiezione di un video che mostra una ricostruzione dell’evoluzione architettonica del luogo, dalle capanne protostoriche al progressivo interramento dell’area nel Medioevo.

Un montacarichi invisibile

Superata la sala di compensazione, ci si trova in un ambiente al livello più basso scavato e che corrisponde a quello storicamente più antico: qui, in una teca un po’ troppo alta, sono esposti i reperti protostorici rinvenuti e un vetro sul pavimento mostra un saggio di scavo archeologico con tutta la sua bella sequenza stratigrafica (la mia anima da archeologa, molto piccola ormai, si è accesa).

Santuario del Capitolium di Brescia

I livelli archeologici più antichi del Santuario repubblicano: sul pavimento vicino al muro di fondo, si nota la pedana dell’elevatore (da www.turismobrescia.it/en/node/9825)

Per passare nello spazio successivo, a una quota più alta, ora bisognerebbe prendere la rampa di scale oppure, come mi comunica la guardasala, un montacarichi: ma dov’è? Nel pavimento, parbleu!

Proprio così: la figata di questo luogo è che l’elevatore per le persone disabili, quando è “a riposo”, scompare letteralmente nel pavimento.

Basta posizionarsi sopra la pedana rettangolare e, come per magia (=la guardasala aziona il meccanismo con un pulsante sul muro), si alzano le paratie sui tre lati: se uno è seduto in carrozzina, o è particolarmente basso/a, scompare alla vista, mentre questo cubo futuristico di acciaio si eleva fino al piano superiore.

Montacarichi del Capitolium di Brescia

Montacarichi del Capitolium di Brescia

Montacarichi del Capitolium di Brescia

L’elevatore “a scomparsa”

Di solito i montacarichi sono marchingegni infernali, lenti e bruttissimi: quello del Santuario è solo lento, ma quei 120 secondi di suspence per la salita sono comunque ben spesi.

La IV cella

L’elevatore scarica il suo contenuto al livello della cosiddetta IV Cella del Santuario repubblicano, la parte meglio conservata delle rovine risalenti ai primi decenni del I sec. a.C.

Il montacarichi del Capitolium di Brescia

La fermata del montacarichi

Qui è tutto un turbinio di colori: gli affreschi sulle pareti della cella, di altissima qualità, riproducono finti velari, finti marmi e finte colonne. Tutto finto, ma incredibilmente realistico: sembra che questa stanza sia stata decorata l’altro ieri.

La IV cella del Santuario del Capitolium di BresciaLa IV cella del Santuario del Capitolium di Brescia

La IV cella del Santuario del Capitolium di Brescia

La IV Cella del Santuario

Sono rimasta impressionata dai pavimenti originali romani, sia qui (protetti da una passerella per i visitatori) che all’interno del soprastante Capitolium: incredibile quanto assomiglino a quelli in graniglia alla veneziana delle case in cui abitiamo noi, uomini e donne del XXI secolo!

Il pavimento del Santuario repubblicano del Capitolium di Brescia

Il pavimento originale del Santuario repubblicano

Il Capitolium

Ho continuato a nominarlo ma… cos’è un Capitolium? Era il tempio più importante di una città romana, dedicato alla Triade Capitolina: Giove, Giunone e Minerva. Per questo aveva tre celle, una per ogni divinità.

Per salire a vedere le tre celle del Capitolium di Brescia, ancora ben conservate, bisogna prendere la gradinata monumentale davanti al colonnato. Questo se si hanno le gambe buone, altrimenti si prende di nuovo l’ascensore iniziale.

Capitolium di Brescia

Le tre celle del Tempio Capitolino

Oltre al colonnato del pronao, come abbiamo detto in gran parte restaurato, ci sono le tre celle del tempio, una per ogni divinità. Si entra dalla cella di destra, attraverso un monumentale portale in bronzo: qui ci sarebbe un’installazione multimediale, che però non era in funzione nel momento in cui ci sono stata io.

L’aula centrale conserva ancora il podio della grande statua di Giove, che doveva essere alta tra i 4 e i 5 metri, e tre altari in pietra. Sulle pareti, invece, hanno appeso giusto due quadri: si tratta di un gran numero di epigrafi monumentali romane sistemate qui nell’Ottocento, quando il Capitolium ospitava il Museo Patrio di Brescia.

La cella centrale del Capitolium di Brescia

La cella centrale del Tempio Capitolino

L’ultima cella a sinistra, quella occidentale, doveva essere la sede della statua di Giunone o Minerva – non si sa. Rimangono solo le teste di tre sculture disposte su altrettanti piedistalli: durante gli scavi del Tempio furono trovati molti frammenti di statue tra cui, caso eccezionale, una Vittoria alata in bronzo, ora al Museo di Santa Giulia. I pavimenti di questa sala, in lastre di marmo di colori diverso disposte a scalare, sono qualcosa di difficilmente spiegabile, da quanto sono belli.

Il Capitolium a 360°

Qui la visita finisce: do 5 stelline a questo luogo, per la bellezza inimmaginabile e per l’accessibilità davvero insospettabile!

Volete vedere il Tempio a 360° per sapere se ho detto la verità? Rifatevi gli occhi a questi link: Capitolium a 360° e Santuario a 360°.

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