Ogni volta che prenoto un albergo mi assale un pensiero: quanto sarà accessibile il bagno? Riuscirò ad arrivare al water, al rubinetto della doccia o anche solo agli interruttori della luce?
Negli anni ho affinato la tecnica di preparare la valigia, imparando a includere quegli ausili che mi rendono autonoma e possono salvarmi la vacanza: una pedana per il water, uno sgabellino più alto e pieghevole che serve sia per arrivare ai lavandini più bassi sia per sedermi in doccia, un lungo calzascarpe che pigia interruttori e apre rubinetti. E non vi dico la tragedia di viaggiare nei paesi che non usano il bidet! Ogni volta muoio un po’ dentro.
Il discorso non cambia quando vado a dormire da qualcuno: capita spesso che io chieda a chi mi ospita di mandarmi una foto del suo bagno e di dirmi le altezze dei sanitari. Talvolta ricevo in risposta foto come questa, priva di un metro ma ricca di tenera fantasia.
Che mondo bellissimo sarebbe se gli hotel, oltre a dire se c’è l’ascensore e se la camera è “accessibile”, riportassero nero su bianco le misure degli elementi più vitali? Porte, maniglie, letti, sanitari, altezze e distanze. Così io e le persone che hanno particolari esigenze di mobilità, potremmo farci subito un’idea se quel posto fa per noi (e se posso lasciare a casa gli sgabelli!).
Il crowdfunding IO CI VADO
Un progetto così esiste: l’Associazione IO CI VADO ha avviato una raccolta fondi per mappare con questi criteri 1300-1500 strutture in località turistiche di varie zone d’Italia, iniziando da Friuli-Venezia Giulia e Milano. Le fasi saranno:
- rilevazione dei dati di accessibilità;
- elaborazione dei dati raccolti;
- pubblicazione online dei dati per essere consultati gratuitamente da tutti.
Il progetto
Avevo già sentito parlare del progetto la scorsa estate, quando su una spiaggia di Grado (GO) ho conosciuto il presidente dell’Associazione e fondatore di Willeasy srl – Startup Innovativa a Vocazione Sociale, che fornirà gli strumenti tecnologici per la mappatura dell’accessibilità: William Del Negro ha la Displasia Diastrofica come me, dunque conosce bene la differenza tra arrivare e non arrivare a un lavandino.
Il presupposto del progetto è basarsi sulle reali esigenze delle persone, senza limitarsi ad applicare la normativa in materia di barriere architettoniche. «Il tipo di dati di accessibilità raccolti, già definiti analizzando le reali necessità degli utenti, saranno concordati con le associazioni portatrici di interesse che collaboreranno all’iniziativa. Fare squadra è chiave per migliorare concretamente la vita delle persone» dice Del Negro. «Un viaggio inizia nel momento in cui si pensa di farlo e le persone con disabilità non desiderano altro che poter viaggiare come tutte le altre, fin dalla prenotazione. Proprio in questa fase, la mancanza di informazioni fa sì che tante di loro rinuncino a partire per paura dei disagi. Adottare un approccio inclusivo nel turismo è più che mai necessario e urgente».
I compagni di viaggio
Altre realtà sostengono il crowdfunding dell’iniziativa: il gruppo musicale Ladri di Carrozzelle, ASBI Veneto, UILDM Gorizia Onlus, Associazione PEBA Onlus, Casa di Accoglienza “Anna Guglielmi” Onlus, IOP Mandracs Udine, Basket e non solo, Club per l’UNESCO di Udine, Comunità Piergiorgio Onlus. A ospitare la Campagna “Io ci Vado!” è idea360, la piattaforma messa a disposizione da Fondazione Italiana Accenture come premio speciale della quinta edizione di Welfare, che Impresa! assegnato a Willeasy Startup a Vocazione Sociale che ha scelto di utilizzare a favore dell’Associazione IO CI VADO.
C’è tempo fino al 31 marzo 2022 per donare e dare una bella spinta al turismo for all: ognuno di noi può fare la sua parte, non importa quanto piccola sia.
#IOCIVADO e tu?