Il mio tour alla scoperta delle strutture inclusive Nana Friendly inizia ufficialmente a Riva del Garda. Nel mio weekend settembrino in solitaria ho dormito nell’appartamento accessibile del Residence Trieste: nel cuore della città trentina Piera e Massimo hanno creato un luogo accogliente per tutti. Ma proprio tutti eh.
Viaggiare a un metro d’altezza è complicato, ma non impossibile. Io sono alta… pardon, bassa 98 cm: ogni giorno devo trovare soluzioni pratiche e stratagemmi fantasiosi per affrontare la vita quotidiana. Sono una fuoriclasse del problem solving, ormai.
A casa è più facile, ma la vera sfida inizia là fuori, dove il mondo è progettato per persone che arrivano almeno a 1,50 m. In viaggio questa tensione si fa esponenziale e io mi sono abituata a portare in valigia tutto ciò che può colmare la distanza tra me e gli interruttori della luce. O la seduta del water. O il rubinetto della doccia. A meno che… a meno che io non sappia di raggiungere un luogo accessibile a tutti gli effetti. Non solo secondo la normativa, ma nello specifico accessibile anche per me, per la mia statura. In pratica, un luogo Nana Friendly!
Viaggiare da sola a Riva del Garda
Si chiama Trieste, ma si trova sulle sponde del Lago di Garda. È il luogo che ho scelto per sperimentare il mio primo weekend in solitaria, che a ben vedere è stato tutto fuorché solitario.
Perché ho puntato su questa struttura? Perché per Massimo e Piera l’accessibilità è una faccenda molto seria: va dal classico maniglione di fianco al water (ma rigorosamente di design), alle indicazioni in braille; dalla possibilità di cucinarsi qualcosa in autonomia, fino ai consigli sui ristoranti per ogni esigenza alimentare.
Una struttura Village4All
Il Residence Trieste di Riva del Garda fa parte della reteVillage4All, il portale dell’ospitalità accessibile. E a ragione!
Massimo Macella, rivano di nascita, e Piera Masala, orgogliosamente sarda, gestiscono gli otto appartamenti in via Fiume, nel centro storico della città trentina. Di recente hanno ristrutturato il Monolocale Superior con l’intento di renderlo inclusivo per diverse disabilità, fisiche e sensoriali, senza rinunciare all’impatto estetico. Un appartamento in continua evoluzione, che si modifica e migliora in base agli input dettati dagli ospiti. Io di input gliene ho dati tanti, ancora prima di soggiornare lì; loro hanno accolto i miei suggerimenti con attenzione, creando uno spazio a totale misura di Nanabianca!
L’appartamento accessibile: Monolocale Superior
40 mq, un open space e un bagno giganormico. Il Monolocale Superior è il primo appartamento che si incontra salendo le scale del Residence Trieste.
L’ingresso
Scale?! Avete capito bene: purtroppo la conformazione del palazzo, alto e stretto, non consente di installare un ascensore vicino all’ingresso.
Una volta aperto il portone automatico con il telecomando e varcata la soglia, si scopre che c’è un montascale: lento come tutti i montascale, ma azionabile in autonomia. La beffa è che dal primo piano in su, l’ascensore c’è. Ma tanto a noi cosa-ce-ne? Siamo già arrivati: basta la tessera magnetica per aprire la serratura del nostro alloggio, e benvenuti.
L’open space
Qui c’è posto per 2-3 persone, suddivise tra due letti (singoli o matrimoniale) e un divano letto. Gli spazi sono larghi, ariosi per chi si muove su sedia a rotelle; comodo è anche il tavolo che divide la zona notte dalla cucina: triangolare ma dagli spigoli arrotondati, così bambini e persone cieche non rischiano di farsi male.
La stanza è illuminata da due finestre che danno su via Fiume, ricca di ristoranti e negozietti. Le maniglie sono state abbassate per quanto possibile: io ci arrivo, ma solo salendo sulla scaletta a due gradini che mi è stata messa a disposizione.
La cucina è dotata di tutto, compreso microonde e macchina del caffè a capsule, e sospesa per permettere di avvicinarsi bene con la carrozzina. Per me è comunque altissima, ma i miei host hanno pensato a ogni cosa: anche di costruirmi una piattaforma rialzata in legno per arrivare al lavello e al piano cottura. Una sorta di torre di apprendimento Montessori per piccoli adulti, su ruote ma estremamente sicura.
A Riva del Garda non ho più scuse per non cucinare!
Il bagno
Più che un bagno è un aeroporto. Provate a immaginare tutte le comodità che vi vengono in mente: ecco, il bagno del Monolocale Superior ce le ha e da solo vale tutto il soggiorno.
Per quanto sia estremamente accessibile, non ha nulla a che vedere con il senso di angoscia ospedaliera che trasmettono di solito le toilettes per disabili.
Anzi, Piera e Massimo hanno espressamente ricercato un effetto da rivista d’arredamento, anche per la doccia a filo pavimento e i maniglioni di sostegno (che possono essere scambiati per portasciugamani di design).
Estetica e funzionalità vanno dunque a braccetto, l’ho testato io!
Molto spesso in contesti d’albergo sono costretta a usare il bidet come lavandino, per praticità: non in questo caso, dato che avevo a disposizione pedane di varie altezze. Il lavandino è sospeso e non troppo alto: grazie allo sgabellino ho provato la rara emozione di lavarmi la faccia e di guardarmi nel grande specchio. Contemporaneamente!
La doccia
E veniamo dunque alla doccia, il fulcro di ogni ricerca di strutture accessibili. Il cruccio di ogni persona su sedia a rotelle. Il discrimine nella scelta di un alloggio per le vacanze.
Tranquilli, nel bagno del Residence Trieste lo spazio è l’ultimo dei problemi: la doccia fa monolocale a sé stante, da quanto è ampia.
Tanto ampia da non avere bisogno di vetri e tende per parare gli spruzzi. Può anche permettersi di non avere gradini o fastidiose microbarriere di accesso: ha solo una sottile fessura per raccogliere l’acqua che defluisce dal pavimento. Ma nulla che possa impedire di muoversi con una carrozzina, ballare selvaggiamente o starci in due/tre/sei persone…! 😉
Degna di nota è anche la grande panca in muratura, versatile e comoda per tante… ehm, necessità.
Adatto alla bassa statura
Oggi posso dire che il Residence Trieste di Riva del Garda è una struttura Nana Friendly, ma non è nata così. Come lo è diventata?
Massimo e Piera hanno voluto rendere accessibile almeno uno dei loro appartamenti, per dare un’offerta più ampia ai turisti che arrivano sulle sponde trentine del lago. Non è un alloggio riservato agli utenti disabili, è ovviamente prenotabile da tutti: ma ha una marcia in più per chi ha esigenze particolari.
I due gestori hanno chiesto la consulenza di persone con deficit diversi, comprese cecità e sordità. Il monolocale è sicuramente a misura di sedia a rotelle, ma la base di partenza è l’ascolto e l’adattamento ai bisogni specifici di ogni ospite.
Cosa vuol dire? Nel mio caso, ad esempio, ho fatto presente che avrei avuto bisogno di alcuni rialzi per raggiungere i sanitari o la finestra. O che avrei gradito una sedia più stabile rispetto a quelle di design nell’open space, poiché io per sedermi al tavolo mi devo quasi arrampicare.
Riassumo qui sotto ciò che ha reso indimenticabile il mio soggiorno in autonomia.
Caratteristiche Nana Friendly
- portone automatico con telecomando
- interruttori abbastanza bassi (un po’ al limite per me, ma fattibile)
- disponibilità di pedane e sgabellini di diverse misure per arrivare meglio al water e al lavandino, o dove si preferisce
- maniglioni di design in bagno: vicino al water e al bidet, vicino al lavandino, in doccia
- doccia – enorme! – a filo pavimento, con doccino sia fisso che mobile
- grande seduta fissa nella doccia, tattica anche solo come punto d’appoggio per shampoo, spugne e ausili vari
- piccolo specchio secondario alla mia altezza
- il porta asciugamani da termosifone regolabile in altezza
- letti sufficientemente bassi
- scaletta per poter arrivare ad aprire e chiudere la finestra
- scaletta/pedana su ruote, leggera ma sicura, per arrivare alla cucina
- frigorifero, microonde, macchina del caffè, credenza di piatti e bicchieri a portata di mano
Oltre le barriere architettoniche: l’ospitalità totale
In attesa di un mondo pienamente inclusivo, la differenza la fanno le persone.
Piera e Massimo sono andati ben oltre l’abbattimento delle barriere architettoniche: loro offrono un’ospitalità totale. Faccio qualche esempio.
- Quando ho parcheggiato in centro storico sono venuti ad accogliermi alla mia Panda, per aiutarmi a portare il bagaglio fino al residence. Ah, dimenticavo! Occhio che a Riva del Garda c’è la ZTL, ma se avete il pass europeo disabili potete richiedere l’accesso mandando una mail alla Polizia Locale: ztl@altogarda-parcheggi.it. Per trovare parcheggio, invece, potete solo pregare.
- Ci hanno tenuto a presentarmi le innumerevoli possibilità culturali e sportive che offre la zona di Riva e a venirci con me, se lo gradivo. E io ho gradito! Con Piera, dunque, sono stata al MAG Museo Alto Garda nel centro cittadino: luogo super accessibile che val bene una visita.
- Il giorno successivo, invece, siamo andati tutti e tre a fare un ciclo-tour tra Riva, Torbole e Arco. Come, visto che io non so andare in bici? Niente paura, ci sono i mezzi futuribili noleggiati da Remoove: in quel caso una bicicletta moltiplicata x3, in cui solo Massimo pedalava e spingeva noi donne elegantemente sedute sul divanetto anteriore (furbacchione!).
Sono ancora vividi i ricordi del vento sul viso, il luccichio del lago nel primo pomeriggio, i paesaggi verdissimi di un caldo settembre e la pista ciclabile nella pace dei vigneti. Un’esperienza che consiglio con il cuore, finalmente fruibile da chi di solito in bici non può andare per problemi motori, disabilità visive o cognitive.
- Ma l’ospite di Massimo e Piera doveva anche mangiare e voleva farlo bene: allora ecco che mi hanno scortata anche a pranzo e a cena fuori, suggerendomi i luoghi culinari adatti ai miei gusti. In fondo, io ero da sola e mi faceva piacere la compagnia di due locals.
La colazione però me la sono goduta in solitaria, fronte lago, al tavolino della Gelateria Cristallo baciato dal sole mattutino.
Così come ho vagato per le stradine e sul lungolago di Riva, notando quanto sia una città a misura d’uomo e di carrozzina. Piena di persone attente, gentili, e con un’ampia scelta di attività accessibili. Qui lo dico: l’anno prossimo vorrò provare il kitesurf!
Riva del Garda inclusiva
Piera e Massimo… capite bene che due così alla fine del viaggio non sono più solo degli host, ma diventano amici.
Io sono stata loro ospite per un motivo preciso, anzi due: fare un’esperienza di viaggio da sola e testare il Monolocale Superior con gli occhi di un utente nano. Prova ampiamente superata, come c’era da immaginarsi!
Il Residence Trieste è la prima struttura a ricevere ufficialmente il bollino Nana Friendly: per me Massimo e Piera hanno fatto centro nel capire cos’è l’accessibilità.
Grazie al loro entusiasmo oggi Riva del Garda è una meta turistica ancora più inclusiva.